#SenzaRotta N. 13 - Intelligenze artificiali, pro e contro
Parliamo di intelligenze artificiali e di come conquisteranno il mond... ehm, di come possiamo evitare di farci sfruttare e usarle a nostro vantaggio.
Ciao car*,
Come stai? Se sei anche tu in preda delle allergie stagionali ma comunque felice che la primavera sia arrivata metti un dito qui sotto 👋
Con questo umore frizzantino e benedetto dal sole e dal profumo di fiori sbocciati di fresco, oggi voglio toccare un argomento che forse non ti aspetti (o forse sì, chissà) ovvero le intelligenze artificiali (IA).
Le intelligenze artificiali sono dei “programmi”, li chiamo così per semplificare, che simulano, appunto, un’intelligenza. Come i bot su Instagram, per capirci, quelli che mettono like o ti mandano messaggi di phishing. La parola chiave qui è “simulano”, in quanto ovviamente siamo lontani da una vera intelligenza.
Non so se ne hai sentito parlare, ma negli ultimi mesi sono finiti alla ribalta delle cronache “artisti” che hanno creato incredibili “opere” con le intelligenze artificiali.
Perché artisti e opere tra virgolette? Ora ti dico.
Mentre noi eravamo distratt3 da pandemie, guerre e bollette energetiche alle stelle, le intelligenze artificiali facevano passi da gigante, permettendo di creare da una descrizione di poche righe degli elaborati (illustrazioni, foto, disegni, video) incredibili per dettaglio e verosimiglianza. Per verosimiglianza intendo che a volte potrebbe essere difficile distinguerli da una foto o da un’illustrazione creata da una persona.
Esempio di quanto siano migliorati gli elaborati (via Tostoini):
Ciò che fino a poco tempo fa sembrava fantascienza sta diventando realtà, con molte implicazioni per molte persone che lavorano in ambito creativo.
Quella più nota, perché se ne sta parlando da un po’, è il fatto che le intelligenze artificiali siano “addestrate” con milioni di materiali per poter generare degli output così ben fatti.
Le domande che sono sorte nella comunità creativa sono: dove vengono presi i materiali? Viene chiesto il permesso a chi li ha creati?
La risposta è che tutti i materiali sono raccolti da internet senza che nessuno abbia chiesto il permesso ai rispettivi detentori del diritto d’autore o copyright.
Se va bene, il frutto delle IA sono “solo” delle immagini figlie di altre immagini, usate senza il consenso dei rispettivi autori. Se va male, ciò che le IA producono può essere considerato vero e proprio plagio, come per esempio delle illustrazioni create secondo lo stile di creativi viventi.
Alcuni servizi che utilizzano le IA sono oramai a pagamento e qui sorge l’ulteriore questione: gli autori dei materiali non ricevono alcun compenso dall’utilizzo che queste società ne fanno. Insomma è un vero e proprio sfruttamento del lavoro altrui.
Senza contare che questo fiorire di arte generata con IA mette in discussione i concetti di arte e di artista stessi. Si può chiamare artista una persona che immette del testo e riceve in cambio un output visuale? Cerdo che questi saranno dei temi di cui si parlerà molto nei prossimi tempi.
Per fortuna si stanno già sviluppando dei rimedi o forse dovrei dire, delle pezze:
Esiste un servizio gratuito che permette di controllare se le proprie immagini siano finite nei suddetti database ed eventualmente si può richiederne la rimozione.
Glaze - che si è evoluto in Nightshade1, è un servizio che modifica impercettibilmente le immagini in modo che, se prelevate per addestrare le AI, forniscano informazioni fuorvianti in modo da evitare il plagio.
(Credito sempre a Tostoini che li ha trovati 💖)
Inutile dire che, se ti occupi di illustrazione, arte o fotografia, ti consiglio vvamente di usare entrambi questi strumenti per coprirti le spalle.
Purtroppo non mi risulta che esista niente di simile per i testi ma mi premurerò di aggiornare questo articolo nel caso spunti fuori qualcosa.
Quindi le IA sono il male, ci ruberanno il lavoro, distruggeranno la civilità, eccetera?
Secondo me le IA sono solo degli strumenti, creati e utilizzati dall’uomo; il male vero è il solito, ovvero il capitalismo, per cui l’obiettivo di chi crea, gestisce e usa questi mezzi è sempre quello di abbattere o addirittura annullare il costo del lavoro per, guarda un po’, avere utili più alti. Non è così improbabile un futuro prossimo in cui le immagini usate da redazioni ed editori siano fatte da AI, eliminando per le pubblicazioni i costi di illustratori e artisti.
Per ora le immagini prodotte con IA non possono essere riutilizzate a scopo commerciale, ma chissà quanto durerà. Si iniziano già a intravedere profili social e anche negozi online con stampe che generano dubbi sul come siano state create.
La nota positiva
A volte questi strumenti possono essere usati in maniera positiva, senza ledere il prossimo ma andando a compensare le difficoltà dell’umanità tanto varia di cui facciamo parte. Il mio interesse su questo tema era sbocciato mesi fa, quando incrociai su Twitter un post di un consulente che raccontava come, grazie a un servizio di AI, era riuscito ad aiutare un cliente molto bravo nel suo lavoro ma poco propenso alla scrittura. Grazie alla rielaborazione dei testi con l’IA e una conseguente migliore comunicazione coi clienti, l’attività del suo cliente era riuscita a crescere e prosperare.
Nei commenti poi c’erano altre storie di persone con difficoltà di scrittura di qualsiasi tipo (per esempio dislessia) che finalmente vedevano in questo strumento un modo per migliorare la propria vita professionale, facendo il contraro di quanto detto sopra, ovvero riuscendo a farsi pagare di più.
È probabile tu abbia letto gli articoli su ChatGPT (una IA di scrittura) e su come i ragazzini la usino per (farsi) scrivere i compiti, fare i temi o addirittura le tesi (aiuto) ma sappi che potrebbe esserti utile nella tua attività. Come il cliente del consulente sopra citato, puoi farti correggere i testi in inglese in modo da scrivere descrizioni per il tuo negozio online o caption per i tuoi social che siano comprensibili a un pubblico più vasto di quello italiano.
È necessaria? No, secondo me non è così fondamentale che il tuo inglese sia perfetto, però se hai questa insicurezza che ti blocca dal rivolgerti a un pubblico internazionale, allora ti consiglio di provarla.
Stesso discorso per l’italiano: puoi farti correggere i testi per una scrittura più fluida e senza errori di battitura o di grammatica.
Se non ti senti a tuo agio ad usarla perché ancora non è chiaro da dove prenda i testi di addestramento, puoi provare con Grammarly, che è una valida alternativa. Ha un approccio più soft, ovvero non scrive o riscrive ma corregge, dando suggerimenti che puoi accettare o meno. Sappi che però è solo in inglese e non ho trovato strumenti comparabili in italiano (😥).
Attenzione, come sempre il miglior lavoro è quello fatto da esseri umani pagati degnamente, e questo vale per illustrazioni, fotografie, copywriting e traduzioni. Una IA non potrà mai sostituire un lavoro fatto da una persona che ha esperienza alle spalle, sensibilità e stile personali.
Per finire: come avrai notato, non ho messo i link dei servizi IA (a volte nemmeno i nomi) per non pubblicizzare troppo questi strumenti. Ho ancora sentimenti contrastanti a riguardo, finché non ne sapremo di più è meglio andarci caut3.
Se vorrai usarli, ti toccherà googlare. ✨
A presto,
Fran
PS. Se ti piace la fantascienza e il genere cyberpunk, ti consiglio i seguenti libri a tema intelligenza artificiale:
Neuromancer di William Gibson; Hyperion di Dan Simmons; I, Robot di Isaac Asimov. Quando li lessi, oramai mille anni fa 👩🦳 mai avrei pensato di ritrovarmi di fronte a delle IA così sviluppate come lo sono oggi, ma credo (spero :P ) che manchi ancora molto per la senzienza!
Aggiornamento di gennaio 2024